Elif Daşdemir
DI VERSI VERDI > ISTANBUL

Sono nata e vivo a Istanbul con la mia famiglia.
Ho 21 anni.
Ho studiato inglese e spagnolo al liceo e adesso sto imparando l’italiano all’università.
Mi piace imparare nuove lingue.
Università di Istanbul (Facoltà di Lettere (2 anno)

“Di versi verdi”
Sezione speciale per narrativa inedita
ispirata al problema ambientale globale
ispirata al problema ambientale globale
Opera:
Mantello rossiccio
“Buongiorno dal canale ED. Io sono Mine Çiçekçi. Oggi e’ lunedi 11 Settembre 2023. Iniziamo l’aggiornamento dell’ultimo minuto del nostro programma. Nelle ultime 2 ore tra 40.000 abitanti del circondario ne sono morti 1000 a Şile. Secondo le informazioni che abbiamo preso dalle persone vicine ai morti, questi ultimi lamentavano nausea, vomito, vertigini e diarrea. Ora per informazioni piu’ dettagliate, ci colleghiamo con il nostro amico Emre Turunç dell’ Ospedale di Şile.
“Alza la voce! Alza la voce ti ho detto!” mia madre ha detto urlando.
“Grazie Mine Çiçekçi. Io sono Emre Turunç. Şile si è svegliata con violenza questa mattina. Riferisce che 1000 dei nostri abitanti sono morti. Secondo le dichiarazioni dei vicini delle persone scomparse dopo aver fatto colazione hanno accusato vomito, nausea, vertigini e diarrea. Per adesso, i dottori pensano che si possa trattare di un’intossicazione. Per questo motivo la polizia sta indagando su cosa i morti abbiano mangiato e bevuto. Pensano che sia la causa sia il coronavirus apparso nel 2021. Per ora è tutto. Buona continuazione.
Mi alzo con le punte della dite dei piedi sulla scogliera e aspetto che qualcuno mi butti giù. Aspetto che i ciottoli scivolino sotto i mei piedi. Infatti mi bastava solo un ciottolo.
“Non far uscire nemmeno il tuo naso fuori! Non puoi andartene anche tu!”
“Basta mamma! Mica sono morta. Se non avessi avuto paura non avrei aspettato nemmeno un minuto. Ogni giorno muoio dentro sempre di più. Non sei stanca di ricordarmelo? A causa dei miei sbagli sono già morta. Non riesco a perdonarmi.”
“Smettila di sentirti in colpa. Se avessi avuto la possibilità avresti salvato papa? Devi vivere per lui. Vivi e perdona se stessa. Se ci rinunci farai morire tuo padre.”
Sono scappata da mia madre come scappo da questo fardello. Ho abbracciato questo dolore che non se ne va più via. Quando finirà questo dolore? Se io morissi non mi perdoneresti papa, non e’ vero? Vivrò per te, papa. Ogni giorno esco dal balcone dove ci siamo seduti l’ultima volta, ogni giorno bevo il caffè come l’ultimo giorno che ci siamo visti. Lo bevo come piace a te, senza zucchero. Oggi non ho la forza di fare questo. Ora posso cambiare tutto? E’ impossibile? Scusa papa ma non potevo non abbracciarti. Quando te ne sei andato, sai cosa ho imparato dalla vita? A volte amare senza potersi abbracciare è la più grande forma di amore. Pero io….
“İlke, facciamo colazione. Dai! İlke, il tuo té si raffreda.”
Il mio te si è raffreddato con la voce dello speaker.
“Allora, cari ascoltatori continuiamo con le notizie. Nel villaggio di Satmazlı di Şile hanno perso la vita 425 persone, erano 198 donne e 227 uomini. Nel quartiere di Karamandere ci sono 296 abitanti e tra questi ci sono 100 uomini e 95 donne che sono morti. Purtroppo anche nel quartiere di Erenler su 140 abitanti ne sono morti 140 per lo stesso motivo. In questo modo in 2 ore e mezza i morti sono arrivati a 1790. Secondo la commissione scientifica queste morti sono dovute a un’intossicazione. Vi aggiorneremo.”
La voce di un gabbiano mi riporta alla vita. Il gabbiano si e’ posato sulla finestra nella cucina. Anche per lui e’ tempo di fare colazione. E’ il mio amico Jonathan. Jonathan era un pò strano. Il suo becco non e’ brillante come ieri, le sue piume non si gonfiano stamattina.
“Mio amico libero, mi hai offeso? Ecco la nostra acqua e il nostro formaggio”. Dopo aver visto il formaggio, Jonathan gonfia le sue piume. Anche lui sa offendersi. Dopo aver bevuto una goccia d’acqua guarda il cielo. Penso che voglia dirmi grazie. Ecco se ne va. Apre le sue ali e ora e’ il tempo di liberarsi in cielo.
“Jonathan! Jonathan! Mamma, Jonathan è caduto!”
Mi tremava la terra sotto i piedi. Perchè il becco di Jonathan e’ diventato cosi’ brillante? Il becco sembra più rosso del sangue. Aspetta, questo non è Jonathan! Il mio piede è immerso in un liquido. Le piume rosse volano. Ci sono tanti Jonathan sull’asfalto.
“Jonathan! So che tu sei vivo! Dove sei tu? Dov’è il mio gabbiano libero?”
Nessuno tra loro si muove. I miei piedi sempre piu’ rossi mi ordinano di scappare. Ma non posso andar via. Senza trovare l’anima del mio amico non posso andar via. Eccolo! Sopra il suo becco era rimasto un pezzetto di formaggio, mi guardavi con gli occhi sbarrati.
“Stai lontana! Vai subito a casa.”
Loro hanno preso le pistole.
“Mani in alto!”
“Sdraiati per terra!”
Mi sono sdraiata sul sangue del mio amico Jonathan. Ricordo il primo arrivo di Jonathan alla mia finestra. Avevo 15 anni. Mi ricordo il giorno in cui Jonathan ci ha affidato i suoi cuccioli. Jonathan gli ha insegnato a volare e li ha lasciati andare. Come mi ha lasciato mio padre.
“Che fai qua? Rispondi! Se hai una pistola mettila per terra e arrenditi!”
Una pistola? Hanno pensato che io abbia ucciso Jonathan? Quando ero piccola non ho mai preso in mano neanche una pistola giocattolo. Mi alzo piano piano. Il sangue che avevo addosso era come uno smalto.
“Perchè sei qui?” disse il poliziotto dal naso grande come tutte le persone originarie del Mar Nero.
Passa un annuncio:
“5763.5763. Sono stati avvistati più di mille gabbiani, molti, cani randagi e gatti morti. Andiamo al porto di Maltepe.”
“5764. Capito. Ci dirigiamo lì.”
Ritorno a casa. Mia mamma sta parlando con lo speaker.
“Cari ascoltatori, nell’ultima mezz’ora il numero dei morti è aumentato, a Şile, da 1790 a 6524. Tranne Şile, a Gebze, Pendik, Çekmeköy e Maltepe sono morti 1254 per lo stesso motivo. I morti in tutto sono 7778. Hanno constatato che i morti avevano consumato tè, acqua e formaggio. Le marche di formaggio e di té che hanno consumato sono diverse. Perciò gli esperti pensano che l’intossicazione sia causata dell’acqua. Gli esperti prenderanno un campione d’acqua dalle 6 dighe di İstanbul. Tra poco il presidente della Repubblica sarà con noi per parlare di questa questione. State con noi.”
Per sfuggire alle notizie delle morti ho cambiato il canale però in tutti i canali non si parla d’altro.
“Sono stati trovati più di 10000 gabbiani, più di 3000 cani randagi e più di 2000 gatti tutti morti. Gli esperti potrebbero avere ragione sul fatto che le morti siano state causate dall’acqua in quanto i corpi degli animali e le persone morte provenivano tutte dalla stessa regione. Inoltre, il numero dei decessi e’ aumentato a 9858.
“Ilke, secondo te la natura si sta vendicando contro di noi? Come ha detto Hubert Reeves “Siamo in guerra con la natura. Se noi vincessimo, perderemmo.”
“Stiamo raggiungendo la piu’ dolorosa vittoria. All’inizio abbiamo ucciso un insetto che è entrato in casa nostra. Poi per costruire le case abbiamo distrutto le foreste. Distruggendo le foreste abbiamo distrutto sia il nostro respiro sia il respiro degli altri essere viventi. Se vivessimo in una casa più grande, potremmo respirare meglio. Abbiamo dimenticato il mare? No. Più che altro abbiamo inquinato il mare. Ognuno di noi ha una macchina. Abbiamo pensato di distruggere ancora di più la natura. Nessuno di noi ha protestato per questa situazione. Abbiamo deriso le persone che protestavano. Siamo rimasti muti nei confronti della sofferenza della natura. Adesso la natura ci urla contro: sono ora io a vendicarmi.
“Abbiamo perso. Però vinceremo. Per vivere ci prenderemo cura della natura, figlia mia.”
“E’ troppo tardi mamma.” Mentre dico questo le mie lacrime scorrono senza sosta. È caduta una goccia sulla spalla di mia madre. Le mie lacrime avevano i colori dell’arcobaleno. E’ come quando l’arcobaleno si riflette nella pozzanghera. “Non e’ tardi mamma! Vinceremo questa guerra perdendola.”
Soffia un vento leggero. Le piume degli uccelli volano nel salone. Se c’è una luce di speranza? O la Fenice mi sta mandando un messaggio? La natura rinascerà dalle proprie ceneri come la Fenice. Forse il luogo dove ritroveremo noi stessi è la natura?
Il vento quasi mi sussurra nelle orecchie. Il vento che accarezza la pelle, mi entra dentro. Lentamente il vento mi entra nelle viscere. E’ come se sentissi il profumo salato del mare nei miei capelli. Quello è il profumo di un mare non inquinato. Ma come faccio a saperlo? Nelle mie mani c’è odore di terra bagnata. Sento che la neve cade sulle mie ciglia.
Una donna dalla voce squillante mi perfora le orecchie.
“Siamo con voi con le notizie dell’ultimo minuto. Io sono Mine Çiçekçi. Iniziamo con le buone notizie. Abbiamo appreso la causa delle morti a Istanbul. A Şile ha aperto una nuova fabbrica e la sua fognatura e i suoi scarichi si riversano nella diga di Darlık. Gli escrementi nella diga hanno portato alla formazione di batteri che hanno causato l’infezione. Secondo gli esperti l’acqua della diga si e’ infiltrata nella terra e per questo sarà un periodo difficile per l’agricoltura. Sono passati circa dodici ore dagli avvenimenti. Circa 19201 persone e 35000 animali sono morti. Gli esperti hanno espressamente vietato di utilizzare l’acqua portabile. Per ora è tutto. Ci vediamo a presto.”
Ogni numero che lo speaker ha detto e’ come un ago che mi ha punto la pelle. La natura inizia a insegnarci cosa vuol dire “Effetto Farfalla”. Per ogni farfalla a cui abbiamo impedito di volare corrisponde una tempesta. Secondo me non siamo riusciti a comportarci come essere umani in quanto non abbiamo saputo bilanciare l’id e il super ego. Cosa abbiamo voluto dalle pernici che vivono nelle montagne? Siamo colpevoli per ogni foglia che abbiamo rubato alla natura, In realtà tutti noi eravamo delle foglie, ma abbiamo consumato la natura e siamo appassiti.
“Ahhhhhhhh!”
Mi sono svegliata subito sotto la luce del sole e ho visto che gli uccellini volavano sopra di me. I pochi grani che erano rimasti nella mia mano, li ho sparsi sulla sabbia bollente. Il grano è svanito nei piccoli e scintillanti granelli di sabbia. Un uccellino ha visto subito il grano che mi è caduto sulle dita dei miei piedi. All’improvviso si è posato sui miei piedi. Con il suo becco bagnato ha mangiato il grano senza ferirmi. I suoi artigli erano cosi’ leggeri che non mi hanno nemmeno sfiorato.
Un attimo… E non è morto. Il sole in cielo mi ribolle dentro. Il vento che sentivo dentro poco fa è svanito. Mia mamma con i bikini sbiaditi dal sole mi urlava con entusiasmo.
“Ilkeee! L’acqua e’ molto bollente. Vieni! Togliti dal sole, altrimenti morirai abbrustolita!”
Improvvisamente mi sono alzata di scatto e sono corsa da mia madre. L’acqua che si infrange contro i miei piedi mi fa venire la pelle d’oca. Sono saltata con mia mamma e siamo sprofondate insieme.
“Mamma... Io… Era tutto così reale. Percepivo anche il dolore nel mio cuore.”
“Tesoro, stai bene?”
“Negli ultimi tempi non sono stata tanto bene. Ho fatto un incubo. Si sembrava che tutto fosse reale. E’ durato per molto tempo.”
Mia mamma ha riso... i suoi denti che brillavano come perle. Mi ha dato un bacio sulla spalla. Vorrei tanto che mio padre uscisse fuori da quell’incubo.