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IL NOSTRO VIAGGIO TRA I RACCONTI 2022
LAGUNANDO 2022 > selezionati 2022
I LIOPICCOLI
NARRATIVA
IL NOSTRO VIAGGIO TRA I RACCONTI
Gioele - Francesco - Giulia - Lorenzo
LA SCONFITTA DELLO SPIRITO MALIGNO




Tanto tempo fa, un fattorino di nome Abdul doveva consegnare una pizza vicino ad una città abbandonata.
Quando passò, vide due bambini soli e spaventati seduti in una piazzetta.
Decise allora di fermarsi per aiutarli.
Non appena mise il piede fuori dalla macchina, però, dal terreno emerse un fortino dal quale sbucò un signore vestito di nero, con gli occhi rossi.
Spaventato, il fattorino balbettò:” Do you kill me?” e a quel punto, l’uomo uscì dal fortino e rincorse Abdul che riuscì a risalire in macchina e a scappare.
All’improvviso, la macchina si fermò e magicamente, all’interno, comparvero i due bambini che prima erano nella piazzetta. Intento a cercare di capire cosa stesse succedendo, il fattorino non si accorse che davanti a sé era apparso l’uomo cattivo. Con l’aiuto dei bambini, riuscì a sbloccare l’auto e a ripartire, in gran velocità, verso casa.
Non erano, però, davvero in salvo. Quella notte, infatti, Abdul ricevette uno strano messaggio sul cellulare con scritto: “I see you!”, accompagnato da una foto che ritraeva la porta della sua casa.
All’improvviso, sentirono suonare il campanello e la bambina, curiosa, aprì la porta. Davanti a sé si ritrovò quel signore vestito di nero, in una posizione d’attacco. Ad un tratto, comparve il cane del fattorino che si lanciò sull’uomo, buttandolo per terra.
Lo sconosciuto, però, non era venuto da solo. Incredibilmente, al suo posto, si materializzò un robot che con un razzo laser cercò di uccidere il cane, ma il bambino provò a difenderlo con uno scatolone della pizza, mentre la bambina pensò di prendere un bicchiere d’acqua e di rovesciarlo addosso al robot che, purtroppo, non fu sconfitto.
Abdul e i bambini, disperati e ormai stanchi, si arresero e, proprio mentre, l’uomo e il robot stavano per vincere, scese dal cielo un coltello che colpì i due spiriti maligni, sconfiggendoli.
Dopo questa avventura, Abdul decise di adottare i due bambini che erano orfani e da quel giorno, diventarono una famiglia e una squadra di eroi.
Luca - Angelica - Anais - Jacopo

L’APOCALISSE ALLE SPALLE


Una notte scura di inverno, in un paesino situato accanto al bosco chiamato Apocalisse, regnava un silenzio assordante. Durante la notte, quattro ragazzi in gita scolastica, Jake, Billy, Grace e Dixie, pensarono di allontanarsi dal proprio gruppo. Si avventurarono nel bosco dove intravidero una strana luce provenire dalla cima di un albero. Gli adolescenti ingenui si arrampicarono sul tronco dell’albero e arrivati sulla sommità scoprirono un misterioso laboratorio. Si spinsero all’interno e qui videro uno scienziato all’opera, si spaventarono e si nascosero dietro un armadio da dove riuscirono a capire cosa stesse facendo lo scienziato: stava creando un lupo mannaro.  Ad un tratto, i ragazzi sentirono un gran chiasso e delle urla provenire dalla direzione dell’uomo. Impauriti, ma allo stesso tempo incuriositi, si fecero avanti ma non videro nessuno. Notarono, però, che il laboratorio era pieno di segni di artigli ancora freschi. Proseguirono all’interno della stanza e videro che su un tavolino era posata una spada molto strana, ricoperta di pietre preziose, con inciso: “ESSILACOPA” che letto al contrario significa APOCALISSE.  Subito dopo, si accorsero che il lupo non se n’era andato. Grace e Dixie svennero dalla paura, mentre Jake sollevò la spada per spaventare il lupo che, infatti, scappò via. Billy corse in soccorso delle amiche e lanciando per terra un vaso riuscì a risvegliarle con il frastuono. Tutti insieme corsero via a gambe levate, perdendosi nel bosco.  Ad un tratto, si ritrovarono in mezzo ad una dozzina di candele e uno spirito molto cattivo uscì dalla spada che avevano portato con loro e disse:” Ora che avete sollevato la spada, l’Apocalisse si rivolgerà contro di voi”. Intenti ad ascoltare le parole dello spirito, non si accorsero del lupo che graffiò la gamba di Billy. A quel punto, Jake impugnò nuovamente l’arma e sconfisse l’animale. Intanto Billy urlava dal dolore e Grace, esperta in medicina, lo curò.
Decisero di allontanarsi dal bosco e di dirigersi verso la spiaggia. Qui però, ad un tratto, il cielo si fece tutto rosso, le nuvole nere e il mare si prosciugò. Un tornado di fuoco si alzò in cielo e una forte pioggia, di pochi secondi, inondò la spiaggia. I ragazzi stavano per annegare, quando arrivò lo scienziato che rovesciò sulla spada il liquido della boccetta “anti Apocalisse”.  Grazie ad un’altra invenzione, riuscì a tirare fuori dall’acqua i quattro ragazzi. Offrì loro un passaggio per riportarli dal gruppo della gita. Dopo questa spaventosa avventura, i quattro amici decisero che non avrebbero più trasgredito alle regole. Avevano imparato la lezione.
Giorgia - Gaia Flavia - Christian - Leonardo

AVVENTURA SULL’ISOLA


C’era una volta, una famiglia che decise di andare in vacanza ai Caraibi.
Mentre era in viaggio, ci fu un temporale e “BOOM!”... un fulmine colpì il motore dell’aereo.
Precipitarono e morirono in molti. Della famiglia in vacanza sopravvissero solo i due figli, due gemelli di dieci anni, di nome Rahul e Usha, i quali caddero nell’Oceano e perdendo i sensi non riuscirono a risalire a galla.
L’Oceano era abitato da una sirena bellissima di nome Coraline che prese i due bambini e li portò fino alla riva di un’isola deserta. “COF!, COF!”, “SPUSH!”...finalmente si risvegliarono e Coraline li spiegò dove fossero.
Iniziò così la loro nuova vita. Costruirono una casetta con i tronchi degli alberi caduti a causa dei tanti uragani che, spesso, colpivano quella zona del mondo. Rahul imparò a pescare, mentre Usha si dedicò alla raccolta dei frutti tipici di quell’isola.
A volte, soprattutto di notte, li assaliva il ricordo dei loro genitori e allora si abbracciavano forte, piangevano fino ad addormentarsi esausti dalla tristezza.
Undici anni dopo, in una notte di novembre, Rahul e Usha andarono a fare una passeggiata sulla spiaggia. La bambina inciampò in una corda e si incastrò in una trappola di bambù.
“Aaahhh”, Rahul sentì le urla e corse ad aiutarla, però non riuscì ad arrivare in tempo. Usha, infatti, nel frattempo era stata rapita da un gruppo di sirene che di notte, con la luna piena, diventavano malvagie.
Rahul si tuffò in acqua per salvare la sorella, ma venne rapito anche lui.
Le sirene li portarono su una nave vecchia, puzzolente e rotta che, magicamente, emerse dall’acqua.
Li condussero sul ponte dove ordinarono alla ciurma, composta da oggetti animati, di legarli all’albero della nave.
Ad un tratto, arrivò un uomo anziano e tutto l’equipaggio urlò:” Salve Capitano Polpossa”.
Fortunatamente, Rahul aveva con sé un coltellino e, ad una svista dei rapitori, riuscì a liberare se stesso e la sorella.
Brandendo una spada ciascuno, attaccarono la ciurma e le sirene. Successivamente, si avvicinarono al Capitano Polpossa, lo confusero girandogli intorno velocemente e “ZAC!, ZAC!” inflissero l’ultimo colpo.
Tornarono a nuoto verso l’isola e impauriti decisero che era giunto il momento di andare via da lì.
Quella stessa notte, accesero tanti falò sulla spiaggia e attesero speranzosi che qualcuno passasse.
Dopo circa sei ore, ormai rassegnati a dover rimanere per sempre bloccati su quell’isola, sentirono un forte rumore avvicinarsi sempre di più. Era il rombo di un elicottero.
I due fratelli iniziarono ad urlare e a sventolare le grandi foglie di un albero sempreverde che utilizzavano come lenzuoli.
Finalmente, il pilota li vide e si diresse verso l’isola. Atterrò, aiutò i bambini a salire a bordo e insieme partirono per tornare a casa.
Ad un tratto, sporgendosi dal finestrino, scorsero la brava e gentile sirena Coraline che era emersa dall’acqua per salutarli. Le mandarono un bacio “volante” e, in cuor loro, la ringraziarono per averli salvato la vita.
Giunti nella loro città, diventarono famosi per le loro gesta.
Gaia - Leonardo - Emma - Nicola

PRIMAVERA ALLA RICERCA DI SUA NONNA




Tanto tempo fa, in un bosco, arrivò una fata che assaggiò una mela. Le piacque così tanto che fece un incantesimo all’albero, il quale prese vita e decise di chiamarlo Zazà perché il suo naso assomigliava ad una zeta.
La fata, all’età di ventun’anni partorì una bella bambina di nome Autunno che, a sua volta, più tardi diede alla luce una figlia che chiamò Primavera.
Primavera, quando diventò adulta, decise di mettersi alla ricerca della nonna che non aveva mai conosciuto.
Andò nel bosco incantato dove trovò un regno fatto di pietra, oro e platino. Quando entrò nel regno, le guardie insospettite la portarono in un sotterraneo dove le fecero tante domande per sapere chi fosse. “Chi sei? Come ti chiami?” e Primavera rispose:” Mi chiamo Primavera. Ero in giro per il bosco in cerca di mia nonna, una fata che tempo fa viveva qui vicino”.
Le guardie, allora, capirono che la prigioniera catturata qualche giorno prima poteva essere la nonna della bambina e così le rinchiusero, insieme, nella stessa cella.
Primavera era disperata perché non era mai stata rinchiusa in una cella e così, ad un tratto, iniziò ad urlare:” Aiutooooo!”. Dal bosco, Zazà riconobbe l’urlo, alzò le radici per la prima volta, si fece coraggio e partì alla ricerca di Primavera.
Nel frattempo, nella cella, la nonna si mise a guardare la foto della nipote, come era solita fare quando si sentiva triste. Si accorse, allora, che c’era una somiglianza con l’altra prigioniera e quindi capì che quella bambina era Primavera. Felice, raccontò tutto alla compagna di cella ed entrambe emozionate, si abbracciarono.
Autunno, intanto, trascorreva le sue giornate sempre in casa, in attesa del ritorno della figlia di cui non aveva più notizie ormai da molti mesi.
Un giorno, approfittando della distrazione delle guardie, nonna e nipote riuscirono a liberarsi e a scappare. Camminarono per vari giorni, fino a quando arrivarono a casa di Primavera. Pian, pianino, senza far rumore, per non spaventare Autunno, sbirciarono dalla finestra e non videro nessuno. Proprio quel giorno, infatti, la mamma stanca di aspettare inutilmente, per distrarsi un po’, decise di accettare l’invito di una sua amica.
Nel frattempo, Primavera e la nonna, approfittando dell’assenza della madre pensarono di farle una bella sorpresa. In un battibaleno, riuscirono ad organizzare una festa in suo onore. Invitarono tutti gli abitanti del regno e del bosco.
Dopo un’ora, udirono dei passi avvicinarsi alla casa e allora tutti cercarono velocemente un nascondiglio perfetto.
Quando Autunno entrò in casa, gli ospiti all’unisono urlarono: “Evviva” e vedendo tutte le persone a lei care, la donna pianse di gioia. Abbracciò sua mamma e sua figlia ringraziandole della fantastica sorpresa e tutte e tre, finalmente insieme, si addormentarono felici e contente.

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