Petra Zambon
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Ho 14 anni. Sono nata a Venezia il 6 agosto 2011.
Abito a Ca’Savio con mia mamma, mio papà e mia sorella.
Ho anche una gattina e un pesciolino rosso.
Frequento la classe terza media nella scuola Vittore Carpaccio e il prossimo anno frequenterò il liceo scientifico ordinamentale Benedetti.
Nel mio tempo libero gioco ai videogiochi, ascolto la musica e gioco con la mia gattina.
Ha già partecipato a:
Cara famiglia, sono 11.265
Campo di concentramento 28 gennaio 1945
Cara famiglia, sono 11.265, cioè Petra e vi scrivo da un campo di concentramento.
In questo momento mi trovo nella camera da letto, se così si può chiamare, visto che è una baracca con neanche la metà dei letti che servono.
È notte, per questo vi sto scrivendo, sennò i tedeschi mi manderebbero subito nella camera a gas. Per ora sto abbastanza bene, non vi preoccupate.
Da quando ci hanno portati qua, siamo numeri e ci trattano come degli oggetti che non hanno un'anima.
Spero che i partigiani riescano a liberarci, perché la guerra sta dividendo e uccidendo molte famiglie. Per esempio questa mattina ho sentito un tedesco dire a una bambina che avrebbe rivisto presto i genitori; questo pomeriggio l'hanno mandata come cavia in un laboratorio.
Provo tristezza, rabbia e disgusto per tutto ciò.
Voi come state? Ve lo chiedo anche se dubito di poter ricevere risposta visto che non so in che paese mi trovo e se voi siete vivi. Nel dubbio rimanete nascosti nella soffitta e non fate rumore.
Qui fa molto freddo e abbiamo tutti fame, perché come cibo c'è zuppa, e i liquidi non ci bastano per saziarci. Sto dando il massimo per sopravvivere.
Come lavoro mi hanno assegnato l'assemblaggio dei proiettili, mi è andata bene, per ora.
Ieri ci hanno chiesto se volevamo tornare a casa, ma era una trappola: se si rispondeva sì ti portavano verso la morte e non a casa. Io per fortuna, avevo capito che c'era qualcosa sotto e ho risposto:"Nein!", cioè no. Come vedete ho imparato anche il tedesco.
Mi chiedo come si possa fare una cosa del genere a delle persone che obbediscono come dei cani, lavorando tutto il giorno.
Vedere le persone morire e soffrire, a sua volta mi fa soffrire.
Spero che tutto ciò finisca presto, sennò potrei impazzire, come alcuni hanno fatto.
Molti ebrei hanno provato a scavalcare la rete, ma sono rimasti fulminati dal filo spinato in cima.
Ora mi conviene andare a letto, sennò potrei darmi la zappa sui piedi da sola, rischiando di morire per un errore sul lavoro.
Vi voglio un mondo di bene,
Petra.