Sude Firat
DI VERSI VERDI > ISTANBUL

Ho 23 anni.
Vivo ad Istanbul, in Turchia.
Sono una studentessa dell’Università di Istanbul.
Studio sia “Lingua e Letteratura Italiana” che “Storia dell’Arte”, per cui conseguirò alla fine dei miei studi una doppia laurea (Double Major).
Mi piace imparare nuove lingue.
Parlo due lingue straniere (Inglese e Italiano) ma voglio anche imparare lo spagnolo e il francese.
Lavoro nell’agenzia di viaggi della mia famiglia.
Mi piace molto viaggiare e conoscere persone e culture diverse.
Mi piace anche leggere libri e ascoltare musica.

“Di versi verdi”
Sezione speciale per narrativa inedita
ispirata al problema ambientale globale
ispirata al problema ambientale globale
Opera:
La mia nuova vita
La famiglia Mazza era composta dal padre Arturo, la madre Matilde e il figlio Marco. Una famiglia normale che viveva una vita ordinaria. Avevano una casa modesta, abbastanza terre per soddisfare i loro bisogni e a volte potevano vendere anche i restanti prodotti della loro terra. Altri membri della famiglia erano due mucche, cinque pecore, dieci polli, sei anatre, tre gatti e un cane, il migliore amico di Marco che si chiamava Biscotto. Non si poteva dire che fosse piccolo e dolce come evocava il suo nome, ma quando Marco era un bambino quel nome gli appariva appropriato.
Tutti in questa famiglia si alzavano presto la mattina e tutti facevano quello che dovevano fare. Ma ciò che dovevano fare non sembrava difficile per loro, al contrario godevano anche delle cose più piccole. Il figlio si svegliava al mattino e andava a prendere le uova fresche dalla gabbia per colazione. La madre preparava la colazione e dopo aver fatto colazione, il padre andava a lavorare sul campo mentre il figlio, Marco andava a scuola. Invece la madre si occupava delle faccende domestiche a casa e si prendeva cura degli animali. Quando Marco tornava a casa, sempre accompagnato da Biscotto, aiutava suo padre o sua madre. Poi faceva i compiti dopo aver giocato con Biscotto. Tutta la famiglia si riuniva di nuovo a cena e passavano la serata insieme piacevolmente anche se ognuno di loro faceva cose diverse. Dopo aver chiacchierato e cantato un po’, la madre iniziava a lavorare a maglia, mentre il padre guardava la tv e Marco e Biscotto giocavano come sempre.
Come si poteva vedere, era una famiglia felice, ordinaria, soddisfatti dalle loro routine quotidiana in campagna. Ma questo sarebbe cambiato a causa di alcune voci che circolavano. Diverse famiglie avevano trovato lavoro in città e si erano trasferiti lì. E secondo le ultime notizie, erano soddisfatti delle loro nuove vite. Sentendo tutto ciò, gli abitanti del villaggio iniziarono a pensare che forse era una buona idea trasferirsi in città. All’inizio, la famiglia Mazza non sembrava interessata ma poi, col passare del tempo, il padre, Arturo, cominciò a pensare che la vita in città avrebbe potuto essere migliore per suo figlio. Piuttosto che fare la stessa cosa qui, in campagna, per anni, iniziò a credere che suo figlio avrebbe potuto adattarsi al cambiamento e alla vita in città. Quando condivise i suoi pensieri con la sua moglie e suo figlio, furono molto sorpresi. La moglie, Matilde disse di no subito perchè per lei la vita in città era pericolosa ed era meglio che suo figlio vivesse una vita ordinaria in campagna invece di cercare di sopravvivere tra i tanti pericoli in città. Marco, invece, rimase in silenzio. Lui non sapeva cosa dire perché non ci aveva mai pensato. “ Vivere in città? Ma posso portare Biscotto con me?” Disse finalmente. Era normale che la prima cosa che a lui veniva in mente fosse il suo migliore amico. Non sapeva ancora com’era la vita in città, che tutto sarebbe stato molto diverso, che i suoi problemi sarebbero cambiati. Ma presto avrebbe impararlo tutto sperimentandolo. Anche se a Matilde non piaceva l’idea di vivere in città, Arturo avrebbe preso la decisione finale.
Dopo alcune settimane in cerca di lavoro, Arturo trovò lavoro come operaio in città. Il primo problema che dovevano affrontare era a chi avrebbero lasciato la loro casa, i campi e gli animali. Sarebbe dovuto essere qualcuno affidabile perché se non potevano adattarsi alla vita di città e volevano tornare in campagna, volevano trovare tutto come l’avevano lasciato. Finalmente Arturo affidò i loro possedimenti ad un amico di cui si fidava. Ma dopo sorse un problema più grande; Biscotto non poteva venire in città. Perché la casa in cui avrebbero vissuto in città sarebbe stata piccola e senza un giardino. Questa notizia distrusse Marco e i suoi genitori hanno dovuto costringerlo per andar via. Anche dopo molti anni, Marco non avrebbe mai dimenticato la scena di Biscotto che correva dietro la macchina abbaiando.
Forse, finora, il fatto che la famiglia Mazza si stesse trasferendo in città non ha creato in voi lettori una sensazione positiva ... ma non dovrete deciderlo adesso. Perché questa famiglia avrà un grande cambiamento: salverà le vite delle persone, degli animali e grazie a loro la vita di tutti in città migliorerà. Penso che siate curiosi adesso, continuiamo allora.
Marco pianse per tutto il viaggio pensando al suo migliore amico che aveva abbandonato, sentiva di averlo tradito. Matilde, dispiaciuta per suo figlio, continuava a dire che questo è un errore e che sarebbero dovuti tornare indietro prima che fosse troppo tardi. Arturo, che era anche nervoso per la loro nuova vita e stanco perché guidava da ore, non riuscì più a trattenere la tensione e gridò: “ BASTA! Ho preso questa decisione per il bene della nostra famiglia. Non sto dicendo che tutto sarà perfetto ma dobbiamo fare dei sacrifici per avere una vita migliore. Se abbiamo un’opportunità come questa, perché non valutarla? Abbiamo la possibilità di dare un futuro migliore a nostro figlio!” Il viaggio passò in silenzio dopo queste parole.
La casa della famiglia Mazza in città sarebbe stata vicina alla fabbrica dove Arturo sarebbe andato a lavorare. I loro vicini erano famiglie come loro: trasferiti dalla campagna e avevano trovato lavoro nella fabbrica. Alle famiglie degli operai venivano date le case vicino alla fabbrica fuori città. Quando arrivarono in città, la prima cosa che aveva attirato l’attenzione di Marco era stata, nonostante fossero fuori città, la mancanza di verde e di aria fresca. Aveva la sensazione di non riuscire a respirare. C’erano bambini che giocavano in giro. Arturo disse: “Guarda, saranno i tuoi nuovi amici.” Ma a Marco mancava Biscotto, il suo migliore amico.
Entrarono nella loro nuova casa, era piccola, troppo piccola. Ma la cucina e il bagno erano nuovi. Non erano stati costruiti di recente ma erano nuovi cioè erano ”nello stile della città”. Erano stanchi a causa del viaggio e al loro primo giorno a casa, si addormentarono immediatamente. La mattina dopo, si svegliarono, fecero colazione e incominciarono a sistemarsi. Mentre Matilde faceva le faccende domestiche, Arturo andò a incontrare i suoi nuovi colleghi e Marco decise di fare una passeggiata. Di nuovo lo assalì quella sensazione di non riuscire a respirare.“ Ma perché tutte le piante qui, il verde, si sono seccate? Eppure non fa molto caldo. E perché non ci sono gatti e cani qui?” Guardò il cielo. “Non è blu come in campagna. Qui il cielo ha uno strano colore, è grigio. Ma dove sono gli uccelli?” Senza farsi vedere dai ragazzi che giocavano per strada, lui decise di andare al lago che stava lì vicino. Arrivò al lago dopo aver camminato un po’. Ma non trovò quello che si aspettava. “Ma perché il colore del lago e così? E dove sono i pesci? Sembra che non ci siano creature viventi oltre agli uomini in questo posto.” Gli mancava il suo migliore amico. Chiuse gli occhi e sognò di essere con Biscotto.
Dopo un po’ Marco sentì una mano sulla spalla. Girò la testa e vide una ragazza bionda con gli occhi azzurri. “E’ bella, bellissima” pensò , ma perché sembra che sia malata? “Ciao, ti sei appena trasferito qui, no?” Disse la ragazza interrompendo i suoi pensieri. “Si” rispose Marco. “Dai, seguimi, ti presenterò qualcuno.” Marco fece quello che disse la ragazza, era incantato da lei. “ Ragazzi! Questo è …?” “Marco ”disse lui.” Questo è Marco, è nuovo qui, salutatelo! “ Incontrando i suoi nuovi amici, notò che tutti erano molto amichevoli: Matteo, Leonardo, Tommaso, Gabriele, Sofia, Bianca e Giulia, bella Giulia. Ma se qualcuno li guardava dall’esterno, Marco sembrava molto sano tra tutti. Il colore dei volti degli altri ragazzi era troppo bianco, come se avessero visto l’uomo nero. I suoi occhi non brillavano ed era come se non avessero abbastanza energia. Per ora, Marco non riusciva a capire quale fosse il problema, ma avrebbe capito presto.
Mentre Marco trascorreva il suo tempo con i suoi nuovi amici, le madri dei ragazzi andavano ad accogliere i loro nuovi vicini e Matilde. Lei che pensava che le persone che vivevano in città erano fredde e arroganti, si sorprese quando venne accolto con tanto calore. Alcune donne avevano preparato torte e cornetti e invece altre avevano portato dei regali. Mentre questo succedeva in casa, Arturo stava imparando il suo nuovo lavoro in fabbrica. Sebbene non arioso come in campagna, si stava abituando al suo nuovo lavoro e anche i nuovi colleghi sembravano buoni. La prima settimana passò così e la famiglia Mazza legò con tutti. Ogni famiglia aveva un problema qui. Matilde era un vero e proprio ascoltatore e col passar del tempo, diventò una specie di terapeuta del quartiere. Quindi conosceva i problemi di ogni famiglia. E ogni sera a cena, lei raccontava quello che aveva ascoltato quel giorno: “ Il figlio di Baldi ha un problema respiratorio, povero ragazzo!” “La nonna di Gabriele ha il cancro, chissà per quanto tempo vivrà!” “Non riescono nemmeno a trovare la causa della malattia di Alessia!” Marco era un ragazzo intelligente, aveva capito dal primo giorno in cui era arrivato, che c’era qualcosa che non andava bene nel quartiere. E voleva scoprire il perché. Prima, andò a case degli amici e parlò con le famiglie. Fece domande sulla loro malattia. Siete venuti in città per essere curati perché non ci sono dottori bravi in campagna? No. Tutti erano perfettamente sani quando vivevano in campagna. “ Ma qui abbiamo un ottimo dottore che si prende cura di noi. Viene a controllarci una volta alla settimana. E per di più, ci porta regali ogni volta! “ dissero. “Regali per i bambini e i ragazzi?” Chiese Marco. “ Non solo per loro, per tutti!” “Per tutti? Interessante…” pensò Marco e decise di andare a parlare con il dottore.
Nel frattempo, Marco e Giulia erano diventati buoni amici e Marco aveva raccontato a Giulia le sue osservazioni e le sue preoccupazioni. E lei disse : “ Si, ti capisco. Quando sono venuta qui, anche io ho notato le tue stesse cose. Niente verde, niente animali, nessun colore sui volti delle persone e nessuna luce nei loro occhi.” Marco guardò la ragazza sorpresa. Lo vedeva anche lei! “ Che c’é? Pensi di essere l’unica persona che ha gli occhi qui?” “No” disse Marco “ ovviamente hai gli occhi più belli nel mondo” Due ragazzi risero timidamente. Dopo un po’, il sorriso sul volto di Giulia scomparì e disse: “Ma senza rendermene conto, sono diventata anche io parte del quadro.”
Il dottore venne nel quartiere il giorno successivo e Marco cercò di avere l’ opportunità per parlare con lui tutto il giorno. Finalmente, quando il dottore uscì dalla casa di Gabriele, Marco lo stava aspettando alla porta e disse nervosamente “ Possiamo parlare dottore?” “Dimmi, qualcosa non va?” Mentre camminavano, Marco cominciò a fare domande sulle malattie nel quartiere. All’inizio il medico rispose alle sue domande con calma ma poi, vedendo che il ragazzo continuava a fare domande, iniziò a sentirsi a disagio. “Pensa che sia normale che tutti quelli che vengono qui siano ammalati? Cosa pensa che causi queste malattie?” Il dottore si arrabbiò : “Non dovresti pensare a queste cose, non finirà bene, fidati di me. Sei un ragazzo intelligente, non metterti nei guai.” E si allontanò rapidamente senza che il ragazzo potesse dire qualcosa. Ora Marco ne era sicuro. C’era qualcosa di strano che non andava bene in questo posto.
Marco incontrò Giulia per raccontarle cosa fosse successo. Giulia rimase scioccata quando sentì quello che aveva detto il dottore. “Non è normale che lui reagisca in quel modo. Penso che nasconda qualcosa. Ma cosa potrebbe essere?” “Dovremmo scoprirlo” disse Marco. “Dobbiamo saperne di più sul dottore.” “Esattamente” rispose Giulia, “ va be’, raccoglieremo informazioni e ci incontreremo di nuovo qui domani alla stessa ora?” “Perfetto, a domani Giulia!” disse Marco e sussurrò al suo orecchio “Bella Giulia”. “ A domani Marco!” Giulia si incamminò verso casa con un sorriso sul viso.
Dopo aver chiesto ad alcune persone, scoprirono che il dottore lavorava per l’azienda proprietaria della fabbrica. Allora, la ricerca sul dottore li condusse alla fabbrica. Ed era arrivato il momento di fare qualche ricerca sulla fabbrica. Ma per far questo, sono usciti dal quartiere. All’inizio decisero di andare in fabbrica e guardarsi intorno. Ma non trovarono altro che grandi camion con il simbolo del pericolo disegnato su di essi. “Cosa c’é in questi camion?” Chiese Marco. “Non lo so ma li vedo sempre in giro” rispose Giulia. “ Che ci fate qui ragazzi?” “Ci hanno visto, dai! Dobbiamo andare, corri!” Disse Marco e cominciarono a correre tenendosi per mano. Quando arrivarono nel quartiere, erano senza fiato e ridevano. “E’ stato divertente!” Disse Giulia con le guance rosse. “Vuoi unirti a me anche domani? Ma sarà diverso da oggi, ti avverto” disse Marco e Giulia rispose“ Andrei ovunque con te! A domani!” Marco rimase lì per altre cinque minuti come una statua pensando “ Andrebbe ovunque con me!”
Il giorno dopo andarono nella biblioteca della città. All’inizio, fecero una ricerca sull’azienda e sulla sua storia. Era una grande azienda che apparteneva a una famiglia ricca. E dopo, iniziarono a leggere i giornali, notizie e articoli su questa azienda. Lessero per ore. Nel momento in cui pensavano di non riuscire a trovare nulla, Giulia vide su un giornale un piccolo articolo di una giornalista che si chiamava Maria Rossi. I ragazzi lo hanno letto e riletto di nuovo per essere sicuri. Non potevano credere ai loro occhi. Potrebbe essere vero? Maria Rossi ha scritto che la fabbrica gettava rifiuti tossici nel lago vicino alla fabbrica e anche sotto terra. Cioè nel lago in cui non c’erano più pesci e nella terra che non era più verde. “Ora capisco tutto” disse Marco. “Ci stanno avvelenando! E sono consapevoli delle conseguenze, per questo motivo mandano un dottore nel quartiere!” “ E’ un incubo, non ci posso credere, dobbiamo fare qualcosa” disse Giulia. “Hai ragione, dobbiamo trovare Maria Rossi.”
I ragazzi riuscirono a trovare il suo ufficio e anche se era difficile avere il permesso di vederla, dissero che volevano fare un’intervista con lei per la scuola. Maria Rossi li accolse con un grande sorriso e quando le dissero dove vivevano, lei sembrava super interessata. Scoprimmo che era stata costretta a interrompere le sue ricerche perché “uomini potenti” l’avevano minacciata. Ma dopo aver parlato con i ragazzi accettò di aiutarli anche se ciò le sarebbe costato il suo lavoro. “Devo parlare con i residenti del vostro quartiere. È importante che le persone ascoltino le loro voci. Giornali, giornalisti possono essere controllati ma se riusciamo a spargere la voce, le persone si uniranno e ci staranno accanto. Nessuno può controllare le persone se agiscono tutti insieme e alzano le voce. Ma ragazzi non parlate a nessuno di questo, deve essere il nostro segreto fino a quando uscirà la notizia, altrimenti possono provare a fermarci.” I ragazzi si sentivano più forti ora.
Maria Rossi parlò con le famiglie e preparò, in pochi giorni, un articolo. Quando raccontò tutto alle famiglie, rimasero scioccate. Erano molto tristi e allo stesso tempo erano molto arrabbiati. Soprattutto i padri erano molto arrabbiati con se stessi perché erano stati ingannati e questo aveva danneggiato la salute delle loro famiglie. Ma Maria Rossi li aveva avvertiti di non fare nulla fino a quando l’articolo non sarebbe stato pubblicato.
La sera prima quando uscirà il giornale, Maria disse all’ufficio stampa che aveva una notizia dell’ultimo minuto e dopo che furono fatti tutti i controlli, aggiunse l’articolo alla prima pagina. In questo modo, il giornale sarebbe uscito con il suo articolo senza essere visto da nessuno. “Questa sarà una grande notizia” pensò Maria. “Spero che ne valga la pena visto che perderò il mio lavoro e spero che possiamo salvare tutte quelle persone.”
La notizia fece più scalpore di quanto avessero immaginato. Arrivarono centinaia di persone e decine di giornalisti nel quartiere. La folla urlava “ Vogliamo gli assassini in prigione!” “I criminali la devono pagare!” “Non si può distruggere la natura” “Non meriti di vivere in questo mondo!” Maria e Giulia erano stupiti. “ Tutte queste persone sono qui per noi? È come un miracolo” disse Giulia. “L’abbiamo creato noi tutto questo, è il nostro miracolo” rispose Marco e le prese la mano. I due ragazzi sorridevano orgogliosi.
Dopo poche ore il proprietario dell’azienda e anche gli altri responsabili furono arrestati. I giornalisti stavano aspettando un discorso di Maria Rossi. Lei afferrò le mani dei due ragazzi e disse: “Sono loro gli eroi di questa storia. Si, avete sentito bene. Sono ragazzi ma sono abbastanza intelligenti da notare che la natura qui non è più viva e questo non è normale. E ora ve lo chiedo, quando non proteggete la natura, sapete cose succede? Guardavi intorno. Vedete qualcosa di verde o vedete qualche animale? Ora, provate a respirare profondamente? Riuscite a farlo? E guardate i volti delle persone che vivono qui. I proprietari dell’azienda pensavano che stavano solo danneggiando la natura, gettando rifiuti chimici tossici nella natura ma come vedete, senza la natura, l’umanità non può esistere per così tanto tempo. Ma invece, la natura è ancora più bella quando le persone non sono in giro.”
La fabbrica rimase chiusa per qualche settimane e i residenti del quartiere andarono a vivere altrove finché l’ambiente non venne disintossicato. La fabbrica venne acquistata da un’altra società e sarebbe stata controllata ogni mese. Era la soluzione migliore perché in questo modo gli uomini potevano continuare a lavorare. Per di più, il lago è stato pulito e ci hanno messo dentro i pesci. Quando le famiglie tornarono a vivere nel quartiere dopo qualche settimana, trovarono un ambiente totalmente diverso. Era quasi come la campagna! C’erano uccelli nel cielo blu, c’erano alberi e fiori ovunque, erano state messe anche alcune gabbie con i polli come sorpresa per i residenti. La prima cosa che i ragazzi fecero fu andare al lago. Si sentivano benissimo, si sentivano liberi.
Col passare del tempo, tutto migliorò. I malati guarirono c’erano animali nel quartiere adesso, alcune famiglie hanno persino iniziato a lavorare la terra. Le persone erano felici, si stavano prendendo cura della natura e la natura rispondeva in modo positivo. Come sarebbe dovuto essere... ma io continuavo a pensare al mio Biscotto, sarebbe stato felice qui con noi adesso! Una lacrima bagnò il suo viso.